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LA
STORIA:
La più accreditata
ipotesi sull'origine dei mastiff è quella che lo vorrebbe discendente del
mitico mastino tibetano gigante (oggi estinto) del "canis familiaris inostranzewi"già
presente in Asia e nell'Europa settentrionale durante l'Età del bronzo.
Il C.F.inostranzewi deriverebbe a sua volta dal Tomarctus, il predatore
dalle zampe corte, vissuto da 10 a 15 milioni di anni fa. Sempre secondo
lo Studer fin dai più remoti tempi l'uomo cerco cani di massima taglia che
per mole o forza dei mascellari fossero in grado di combattere contro nemici
e grossi animali. Questi cani erano in genere dei brachignati (muso corto)
nei quali la pelle del muso non si era accorciata come lo scheletro e formava
quindi delle pieghe più o meno rilevate. Lo Studer sostiene che in tali
soggetti i mascellari, divenuti più corti che negli altri cani, erano anche
spessorialmente più massicci per adattarsi ad una dentatura enormemente
sviluppata. A loro volta i muscoli masticatori, divenuti potentissimi, ebbero
punti di attacco molto ampliati rispetto alla norma (cresta sagittale esterna,
docce ossee per le inserzioni muscolari e arcate zigomatiche). In cani di
questo tipo la mandibola così raccorciata diviene ricurva ed il suo corpo
rimonta in alto in modo da avere una morsa più efficace: infatti, i mascellari
sono simili a una pinza chirurgica, cioè ad una leva di terzo grado avente
fulcro nell'articolazione temporo-mandibolare, il punto di presa (o di resistenza)
nella parte anteriore delle mascelle fra incisivi e canini e la potenza
in una zona intermedia fra il punto di presa e il fulcro. Quando
il corpo della mandibola è corto e per di più ricurvo e rimontante la leva
non solo diventa più potente ma più efficace perchè il punto di potenza,
a differenza dei cani a muso lungo, si avvicina di più al punto di resistenza,
cioè di presa. In questi cani il muscolo massetere, che trae dall'arcata
zigomatica e termina sulla branca mandibolare (nella fossa masseterina e
nell'angolo della mandibola), e molto massiccio e di grande spessore come
peraltro il muscolo temporalesche s'inserisce sulla cresta saggitale esterna
e, riempiendo di sé la fossa omonima, termina sulle branche mandibolari.
Circa la presenza del mastiff in Inghilterra molte sono le ipotesi. Secondo
la più diffusa e suggestiva quando le truppe di Cesare nel 55 a. C. invasero
le isole Britanniche, si trovarono di fronte a due tipi di cani: un primo
tipo era basso, supertarchiato, con testa sproporzionata al corpo, mascellari
accorciati e potentissimi che azzannarono ai polpacci i legionari procurando
non pochi danni.
Questi cani, presumibili antenati dei Bulldog, sarebbero stati di origine
Celtica e quindi presenti in Inghilterra da secoli e secoli. Un secondo
tipo di cane, che diede ancor più disturbo alle legioni romane, era costituito
da soggetti di inusitata grandezza in tutto simili ai mastini assirobabilonesi
pesanti e quindi dotati di forza straordinaria. Di
questi mastini Assiri pesanti antenati del mastiff abbiamo un'efficace rappresentazione
in un coccio di situla votiva trovato in Birs Nimrd (Ninive) e conservato
nel Brithis Museum di Londra. Riproduce un gran molossoide da combattimento
a pelo corto tenuto da un conduttore.Il cane, di statura gigantesca e di
proporzioni erculee, è difeso da una corazza di cuoio e da una maschera
di sembianza leonina per incutere terrore. A supporto della tesi sopra riportata
vi sono gli scritti di Gratius Falsicus nella sua opera intitolata "Cinegetica".
Secondo Gratius i cani inglesi denominati poi "pugnaces"erano assolutamente
superiori ai cani romani, in genere molossi dell'Epiro, che le falangi di
Roma avevano condotto con sé nella conquista della G.Bretagna. i Romani
rimasero affascinati dai giganteschi cani inglesi e, terminata la conquista
delle isole britanniche, li portarono a Roma per utilizzarli nelle arene
in combattimenti contro bestie feroci. Ma i Romani introdussero nelle stesse
isole britanniche leoni e orsi per opporli, anche in madre patria, ai potenti
mastini negli spettacoli circensi che, più o meno modificati si sono poi
protratti in Inghilterra fino al secolo scorso. Tre secoli dopo Cristo,
Oppiano d'Apamea così descrive i " pugnaces britannici" .
Come
si vede sono le caratteristiche proprie del Mastiff, peraltro mostrate nelle
ceramiche romano-brittanniche (50 a.C.) in rappresentazioni di caccia
alla grossa selvaggina.
Secondo la già citata ipotesi i Mastiff, sarebbero stati introdotti nelle
isole britanniche dai mercanti fenici probabilmente 5/600 anni prima dell'invasione
romana. I Fenici avevano rapporti commerciali sia con gli assiri sia con
le popolazioni inglesi. Una seconda teoria afferma che un cane del tutto
simile all'attuale Mastiff sarebbe esistito nelle isole britanniche portatovi
all'epoca delle migrazioni celtiche verso l'arcipelago inglese fra i 2000
e i1700 anni a.C. I Celti, che provenivano da un'area situata nell'Europa
centrale fra Reno e Danubbio, prima delle loro migrazioni, intrattenevano
rapporti con popoli orientali. Quindi questa seconda ipotesi "celtica" avvallerebbe
come la prima l'origine asiatica del Mastiff. Dopo la caduta dell'impero
Romano il Mastiff fu usato per guardia e protezione delle corti.
Il
nome "band dog" (cane da catena), che in seguito gli fu dato, trae
origini da questo suo impiego. Sotto il re normanno Knud il Grande (995
- 1035), il Mastiff fu citato nelle leggi forestali secondo le quali ogni
centro abitato doveva essere munito di mastino per salvaguardare uomini
e bestiame dall'attacco dei lupi e di altri animali da rapina. Ancora
sotto Enrico III re d'Inghilterra e duca d'Acquitania (1207 - 1272) i mastiff,
che erano tenuti nelle vicinanze delle foreste reali ricche di cacciagione,
dovevano per legge essere mutilati di tre dita del piede posteriore affinché
fossero incapaci di aggredire la selvaggina. Dopo la conquista normanna
della Britannia, la lingua di nobili, giuristi e letterati era il francese
arcaico e il " cane da catena", cioè il "band dog", fu chiamato mastin.
Dal 1300 in poi nelle leggi forestali e nelle narrazioni di caccia il band
dog, poi divenuto mastin, passò alla voce inglesizzata di mastiff ma anche
di mestiff, masty, masty-hound ed anche maystiff; in ogni caso in alcune
contee inglesi perdurò fino al rinascimento il nome band dog o alaunt. Alla
fine del Medioevo la guerra dei Cent'anni fu determinante non solo per la
storia europea ma anche per la storia del mastiff. Molti storici raccontano
le vicende di Sir Peer Legh il quale, gravemente ferito nella battaglia
d'Azicourt, fu protetto e difeso per giorni dalla sua cagna mastiff e dovette
esclusivamente a lei la sua salvezza. La famiglia di Sir Peer, per riconoscenza,
allevò tutti i discendenti di quella cagna. I più antichi alberi genealogici
del mastiff hanno, infatti, la mastina d'Azincourt come capostipite. Circa
cento anni più tardi della battaglia d'Azincourt nel 1515, la famiglia Lehg
fece edificare il castello di Lymehall che diede il nome ad una stirpe di
mastiff protrattasi fino a tutto il secolo scorso. Il castello di Lymehall
è attualmente un museo che riunisce un'amplissima ed unica raccolta d'opere
d'arte, sculture, quadri, disegni e fotografie che riguardano solo il mastiff.
Questa raccolta fu integrata dalla sig.ra Maria Antonietta Moore, una richissima
allevatrice e giudice di mastiff americana, autrice fra l'altro di un bel
libro sulla razza.
Successivamente all'allevamento di Lymehall, sorsero anche altri importanti
ceppi come qello di Chatsworts del Duca di Devonshire e quello del castello
d'Elvaston di lord Harrington. In breve il mastiff divenne il pupillo
della nobiltà terriera che lo alleva con cura nei propri castelli. Il
vecchio mastino inglese è stato cantato dai poeti e scrittori e William
Shakespeare, nel dramma Enrico V, fa dire a due ufficiali francesi, dopo
la battaglia d'Azincourt: . Coraggio, valore ed aggressività
facevano dei Mastiff cani da guerra molto stimati ed anche come guardiani
essi erano contrassegnati da fedeltà ed incorruttibilità. I mastiff erano
altresì utilizzati nelle battute di caccia contro orsi e Cinghiali: le loro
potentissime mascelle, una volta serrate, erano mortali. Ad ogni modo il
compito primario del mastiff In ogni tempo è sempre stato la guardia e la
protezione della casa e della corte.Ciò è ben spiegato da Giovanni Caius,
dottore di fisica all'università di Cambridge nonché medico personale d'Elisabetta
I, nel suo trattato " De canibus britannicis". Fra le molteplici funzioni
per le quali il mastiff è famoso dai tempi Romani fino al secolo scorso
ve ne sono anche di poco nobili come combattere in spettacoli di lotta
contro gli orsi, tori e leoni. 
Nel rinascimento il rapporto era di tre mastiff contro un orso e di quattro
contro un leone. La regina Elisabetta I che, come suo padre, non aveva certo
scrupoli morali, prediligeva tali " divertimenti ". Quando viaggiava attraverso
le contrade inglesi si organizzavano in suo onore tornei fra mastiff e orsi.I
mastiff erano, infatti, prediletti da Elisabetta I che ne teneva qualcuno
anche nell'ala del castello dove lei viveva. L'ambasciatore d'Elisabetta
I in Francia, lord Buckhurst, possedeva un gigantesco mastiff che, raccontano,
massacrò un orso, un leone ed un leopardo nell'arena. E' certamente vero
che in tutto ciò vi sono delle esagerazioni, però il fatto dimostra in quale
conto fosse tenuto il gigantesco mastino inglese. E' di quell'epoca il detto:
. Anche i sovrani successori d'Elisabetta I condivisero con lei
la passione per il mastiff e per gli spettacoli cruenti che lo vedevano
protagonista.
In seguito il mastiff fu esaltato nelle favole, nelle ballate e nelle poesie
inglesi e scozzesi come cane nazionale da guardia.
Va precisato che allora i cani erano selezionati più in relazione ai
compiti che dovevano svolgere che non in conformità a canoni morfologici
come facciamo ora com'è dimostrato dalla copiosa iconografia che, dal Medioevo
in poi, c'è rimasta sul mastiff. Nel
secolo scorso la razza cominciò ad essere allevata in purezza, infatti,
il
decennio 1870-80 fu uno dei più favorevoli per lo sviluppo della razza.
Nel 1872, durante l'esposizione canina del Crystal Palace di Londra, furono
presentati ben 81 mastiff. Nel 1833, nello stesso Crystal Palace, fu fondato
il club di razza col nome di "Old English Mastiff Club".I primi soggetti
da esposizione furono Turk, un cane ben costruito ma col muso lungo,
Beaufort, Wolsey soprattutto il grande Peter Piper
riprodotto in una litografia che mostra un cane di straordinaria tipicità.
Da quando si è scritto su di lui è che fosse prognato e col muso molto corto,
tuttavia la testa che vediamo nella litografia è di grande effetto per l'espressione
e per il caratteristico corrugamento delle arcate sopraccigliari che ancor
oggi fa testo.
Nei primi del Novecento la razza continuò ad affermarsi con alterne vicende
e con un numero abbastanza rilevante di registrazioni al Kennet Club. Alcuni
allevatori sostenevano la necessità di una testa corta e con forte brachignatismo,
altri erano per una testa sempre corta ma che si armonizzasse meglio con
la figura. il muso,corrispondente al 33% - 34% della lunghezza totale della
testa, era da considerarsi il migliore. L'espressione doveva essere nobile
e solenne. La prima guerra mondiale colpì gravemente lo sviluppo della razza.
Contro 60 registrazioni di cuccioli al Kennet Club nel 1913 e 54 nel 1914,
nel 1918 se n'ebbero soltanto 3. La popolazione dei mastiff era stata decimata
a causa della guerra. Ciò rese essenziale fino al1930 l'incrocio ripetuto
col bulmastiff. Questa razza riconosciuta nel 1924, ma in fondo antica di
centinaia d'anni, era nel primo dopo guerra ancora in fase di riconoscimento
anche se i suoi rappresentanti, più piccoli dei pesanti e giganteschi mastiff,
avevano meglio sopportato le conseguenze del conflitto. Quest'incrocio col
bulmastiff si rese necessario per salvare dall'estinzione la razza. Esso
fu tuttavia contestato da alcuni importanti allevatori inglesi, primo fra
tutti dal Signor Oliver che era orgoglioso del proprio ceppo impostato sempre
in purezza. Col suo affisso di Hellingly produsse tre stalloni che fecero
la storia della razza agli inizi degli anni trenta. Essi erano Marcsman
of Hellingly, Cardinal of Ellinggly e soprattutto Joseph of hellingly che
divenne patriarca di quest'importante allevamento. Anche in quel periodo
(escluso l'allevamento dell'Helligly) fu introdotto il bulmastiff il cui
influsso fu poi parzialmente eliminato. Tuttavia musi molto corti, riscontrabili
tuttora in alcuni allevamenti inglesi, dimostrano chiaramente che la presenza
del bulmastiff nel vecchio mastino inglese si fa ancora sentire.
Nei pedigrees degli anni Venti compaiono, al posto del nome di un antenato,
delle notazioni come: "Non registrato", "sconosciuto "oppure "bulmastiff".
In ogni caso sorsero in quel periodo allevamenti come il Withybush di miss
Bell e l'Havengore della signora Scheerboom che furono, assieme al già citato
Hellingly, le colonne portanti della razza. Cani famosi, oltre ai già menzionati
soggetti " of Hellingly", furono la bellissima Ch. Young Mary Bull che tuttavia
risentiva dell'influsso bulmastiff e la Ch.Miss Bull. Dello stesso periodo
sono Broomcourt Jem, allevato dal Sig.Bennett e di proprietà di miss
Janthe Bell e il famoso Broomcourt Romeo il quale mostra anch'esso però,
con la sua lieve convergenza, un certo retaggio bulmastiff. Ottimo soggetto
degli anni Venti fu la campionessa Stella Menai. Negli anni trenta e quaranta
il mastiff conobbe un periodo di grande splendore con la produzione di cani
eccezionali per tipicità e potenza. Vanno, per questo, citati i cani di
Havengore Addam e Sammy, ma soprattutto il tigrato Drake of Havengore ritenuto
il più bel non mastiff mai vissuto. Durante
la seconda guerra mondiale la situazione della razza precipitò.Nelle prime
fasi del conflitto erano stati inviati negli Stati Uniti e nel Canda alcuni
mastiff per salvarli dai bombardamenti e dalla fame. Viceversa i cani
rimasti in Inghilterra, a causa della scarsità di cibo, non furono in grado
di essere nutriti. Durante la guerra furono registrate al kennet Club soltanto
due cucciolate. Finita la guerra di questi cuccioli solo una cagna fu in
grado di procreare. Il suo nome era Sally of Coldblow. Accoppiata con maschi
reimpostati dall'America, come si è visto produsse complessivamente 30 cuccioli
che costituirono in sostanza tutta la popolazione mastiff esistente in Inghilterra.
Su basi così esigue l'estremo imbreeding non potè essere evitato: fratello
e sorella, padre e figlia, madre con figlio, questi accoppiamenti garantirono
la sopravvivenza della razza ma il prezzo fu pagato riducendo la spinta
vitale, la fecondità e aumentando le tare soprattutto di carattere. La Signora
Nora Dickin fu molto attiva in questo periodo e si recò personalmente in
Canada e negli USA per acquistare, in nome del Club, alcuni soggetti che
era riuscita ad individuare dopo lunghe ricerche. Anche nel secondo dopo
guerra furono effettuati incroci col bulmastiff. Da quanto risultò negli
anni successivi questi incroci non ebbero però un'influenza determinante
e gli allevatori riuscirono ancora a produrre soggetti di eccezionale tipicità.
Fra questi basti citare Jason of Copenore, un ottimo stallone non molto
alto ma piuttosto pesante e dotato di eccezionale espressione. Un vero campione
fu pure Copenore Rab di proprietà della sig.ra Degerdon che produsse la
bellissima femmina Grangemoor nell. Altro famoso cane fu Milf Murias, sempre
della sig.ra Degerdon, che diede inizio ad una serie di vincitori sia in
Inghilterra sia in America. Altri importanti allevamenti nel dopo guerra
furono il Weatherhill del Dr.Allison, il Kisumu della sig.ra Craigh e poi
il tuttora attivo Bulliff Kennel, ubicato nei dintorni d'Oxford, dei sig.ri
Say. Purtroppo nel 1960 la morte di miss Janthe Bell, che già fin dal 1925
era stata attiva nell'allevamento, inferse un duro colpo alla razza anche
perché nel testamento lasciò scritto che tutti i suoi mastiff superiori
a 18 mesi fossero soppressi. Per eseguire le sue volontà furono eliminati17
cani. Solo una femmina che allattava i suoi cuccioli e tre cucciolini rimasero
in vita: fra questi l'eccellente Withybush Superbus che originò un'ottima
linea di sangue. Dopo gli anni sessanta si costituirono nuovi allevamenti
che incrementarono ulteriormente la razza. La signora Degerdon, titolare
dell'affisso Grangemo, trasferitasi In America, ha prodotto una serie di
notevoli campioni fra i quali il possente Grangemoor Bevis e Grangemoor
Cadivor. Un cane della sig.ra Degerdon che fu campione dare Devil of Hollesley
detto Max d'origine parzialmente Americana. Attualmente il mastiff è molto
diffuso in America dove è allevato in rispetto ad uno standard "American
Bred Standard" diverso in alcuni aspetti a quell'Inglese. In Europa oltre
alla madre patria, dove assieme al Bulldog sono le due razze simbolo, si
sta diffondendo in modo lento ma costante con risultati più che soddisfacenti.
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